E’ così giusto attendere che il tempo muoia senza tentare di amazzarlo in un modo migliore?

Ho ripreso a morire così; un giorno dopo l’altro con l’estrema monotona cadenza delle ore che, affinchè io non me ne accorga, passano senza fare rumore.

Ripartire il tempo in modo razionale utilizzando nel modo migliore ogni attimo ci risulta assolutamente impossibile. Per quanto si faccia, troppi ostacoli inceppano i nostri tentativi e di tutto ciò la colpa è solo nostra. Un capovolgimento radicale; questo ci vorrebbe.
Ma forse non ne siamo più in tempo.

Vivere nel vivere sezionando il pomeriggio in piccole frazioni di istante intervallate saltuariamente da istanti incidentalmente sferici. O perlomeno così pare che sia.

Ormai ne sono certo. Se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo, su di un punto, almeno su di uno, mi comporterei molto diversamente. Sempre ammesso e non concesso ovviamente ch’io possa esserne consapevole chè altrimenti non muterei comunque nulla essendo la nostra vita già programmata nel modo illusoriamente migliore. Data la nostra assoluta impossibilità di programmare il futuro parallelamente alle mutazioni ambientali, psicologiche e sopratutto genetiche che, ogni realtà, per quanto oculata, non potrà mai essere la migliore.

Tutto e niente nell’arco di un’ora, di un giorno, per sempre.

Il passato è offuscato, il presente nebuloso e il futuro è solo immaginazione.

Il presente non esiste.
Il presente di ieri è il passato di oggi, il presente di domani è il futuro di oggi. Il presente non è mai; sta per giungere o è appena trascorso. Viviamo divorando il futuro.

C’è chi vive un minuto in sessanta secondi e chi invece riesce a viverlo usufruendo di qualcuno o molti di meno. Ciò accade perché, per chi ha, o utilizza, pochi neuroni, il tempo trascorre più velocemente in quanto diradandosi l’intensità dei suoi pensieri, si dirada anche la sua percezione temporale.

Non vi è nulla di più sfuggente quanto il presente: o è appena trascorso o sta per giungere.