Una delle ipotesi formulate da alcuni scienziati è che ogni universo abbia la propria negativa. Se così fosse per qualsiasi cosa, compreso ogni essere vivente, dovrebbe esistere la propria nel proprio pianeta negativo. Un’ipotesi che, se confermata, non avrebbe alcunchè di positivo.

Con la nostra fine, finisce l’Universo perché tutto è in noi.

Se non avessimo la possibilità di pensare, l’esistenza o meno dell’Universo sarebbe esattamente la stessa cosa. Come dire ch’è solo il pensiero a dar un senso a ciò che forse senso non ha.

La nostra illusione più grande è credere che qualcosa ci appartenga quando in verità siamo noi tutti che apparteniamo a qualcosa.

Un giorno l’Universo morirà ma quel giorno, il giorno non esisterà più.

L’Universo è una giovane corpo che un giorno morirà ma quel giorno è lontano ed al momento questo corpo è ancora in espansione e pertanto le civiltà che lo abitano sono solo al momento, piccoli embrioni.

Nell’Infinito il tuo infinito è insignificante.

L’Universo, nel suo fluttuare circoncentrico, mi dà l’idea di una miriade di corpuscoli in un bicchiere d’acqua, shakerato vorticosamente.

Da bambino pensavo che tra la vita di un corpo e quella dell’universo, anche se di dimensioni diverse, vi fossero molte similitudini. Supponevo pertanto che se fossimo riusciti a parametrare le due estensioni, calcolando consequenzialmente il numero degli atomi dell’uno e quello degli astri dell’altro, saremmo riusciti a ricavare approssimativamente la durata temporale del secondo.

Sono trascorsi molti anni ma devo dire che, ancora oggi sono d’accordo con questa teoria.