Dal contrasto l’antitesi che prelude la mutazione.

La programmazione della propria vita può essere vista solo in prospettiva, pertanto è impossibile viaggiare ed agire nella propria esistenza ma solo tentare di condizionare gli eventi futuri che ne formeranno il costrutto.
In sintesi la vita non può essere altro che il ricordo di ciò che è già avvenuto.

Dubito che un processo biologico possa avere un obiettivo trascendentale da raggiungere ma sono certo che un pensiero , anche il più primordiale, ne possa mutare l’epilogo.

Quando il cervello perde la facoltà di controllo su tutto ciò di cui è composto un corpo, le cellule, potendo finalmente esercitare la loro autonomia, decretano la propria fine.

L’aspetto somatico al quale noi diamo un giudizio estetico, in verità, è solo un’impostazione funzionale.

La molecola d’un suono, come quella di una odore, è un universo infinito.

Noi non siamo altro che la nostra consapevolezza.
Pertanto niente di fisico.

Ogni cellula di qualsiasi struttura organica, è nata ed esiste al solo scopo di morire per nutrire altre cellule componenti nuove strutture.

Invecchiando molti uomini si femminilizzano e la quasi totalità delle donne, si mascolinizza.
Ciò semplicemente perché, con il trascorrere del tempo, entrambi perdono progressivamente le loro caratteristiche sessuali.

Tutto è effimero. Anche la più bella delle rose è destinata a divenire in un arco di tempo piuttosto breve, un informe grumo di cibo, per enzimi ed insetti vari che se ne nutrono. Un ammasso destinato ad integrarsi col terreno ma, alla nostra vista, particolarmente sgradevole.
Se, ogni volta in cui desideriamo far dono di un fiore, ci soffermassimo per un attimo sul fatto che la bella donna a cui verrà regalato è destinata a far anch’essa la medesima fine, come del resto accadrà pure a noi stessi, presumibilmente alieneremmo notevolmente l’inconscia spinta genetica che ci induce al corteggiamento.