Ti sento sempre più vicina, sei la deformazione delle mie immagini sacre, il dolore del sorriso, la spugna inesauribile della tristezza, la scissione delle mie cellule cerebrali in tante piccole frazioni in lotta tra loro.
Non ti odio; sarai forse la mia evasione.
E mentre il resto intorno prosegue il proprio cammino prestabilito, costante, assillante, senza possibilità di alternative reali, io vivo la mia monotonia in una vita veloce.