Stranamente la festa di Capodanno ci rende felici per il nuovo anno che ci attende ma non ci rattrista per quello che se ne va e che si porta via per sempre una parte della nostra vita.

Oltre l’incomprensione, alla ricerca di una fiaba, svanita troppo presto.

Del caldo afoso e soffocante di agosto è rimasto solo un vago ricordo dell’infanzia che…. come un’immagine posta tra due specchi contrapposti si rincorre all’infinito.

Il crepitio dei tronchi arsi nel camino mi riporta a tempi lontani, quando mamma poneva le castagne sulla stufa e il loro aroma inondava la casa d’amore e di certezze.

Col trascorrere del tempo, un ricordo doloroso diviene il dolore del ricordo sino a divenire il dolore del ricordo del dolore del ricordo.

Il pianto di un bimbo che ancora non sapeva di essere colui che oggi lo potrebbe consolare.

Le emozioni rendono viva la vita.

Quante volte ci accorgiamo di custodire gelosamente i piccoli cari ricordi dell’infanzia che in verità sono i piccoli cari ricordi delle prime tristezze.

Credo di esistere in quanto essenza di pensiero. Nient’altro che l’essenza dei miei pensieri.
Pertanto molto spesso un’essenza poco sussistente in quanto spesso assente dalla propria essenza.

Non si accetta di dover morire per il fatto che lo si deve accettare comunque.