METASTASI
In una metastasi corrucciata
dove la lente obliqua
della tigre tappezzata
svolge
i suoi rotoli di carta
con l’assiduità
di un burocrate ottuso
ligio al dovere
che non comprende
ma
di cui ha bisogno.
Assetto secondario
rasente l’assurdo
nella propria
statica ponderabilità,
emarginato dal passato e
vittima
d’un presente senza tempo,
senza spazio,
senza Dio.
Senza senza
in un fatiscente
substrato
di nuove vecchiaie
pervase
da irregolari crepuscoli
bramosi del buio.